Pollenzo: Concluso con Successo l’ultimo incontro Annuale dei Partner Strategici UNISG 2024
Pollenzo, 21 novembre 2024 – L’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (UNISG) ha ospitato l’ultimo incontro annuale dei Partner Strategici, un evento dedicato a fare il punto su progetti, visioni e obiettivi condivisi per il futuro.
La giornata si è aperta con il saluto di Oscar Farinetti, Presidente dell’Associazione Amici dell’UNISG, seguito dall’intervento del Magnifico Rettore, Prof. Nicola Perullo, che ha presentato le prospettive del nuovo mandato di rettorato. Il Prof. Perullo ha delineato una visione innovativa per l’Ateneo, anticipando nuove collaborazioni con università italiane e internazionali e lo sviluppo di prodotti formativi all’avanguardia.
L’intervento di Nicola Perullo evidenzia la duplice vocazione dell’Università di Scienze Gastronomiche (UNISG): da un lato, un centro di ricerca e innovazione culturale, dall’altro, un polo educativo all’avanguardia, che si pone l’obiettivo di trasformare le pratiche sociali, economiche e culturali attraverso il cibo.
Il ruolo culturale e interdisciplinare di UNISG
UNISG si presenta come un’istituzione universitaria capace di intercettare e ampliare i dibattiti contemporanei su temi che, pur non legati immediatamente al cibo, vi convergono in modo significativo. Alcuni di questi temi includono:
- Futuro della democrazia
- Intelligenza artificiale
- Salute e benessere
- Economia sostenibile
Grazie alla rete di competenze costruita nel settore alimentare, UNISG si propone come attore rilevante in questi ambiti, mantenendo il cibo come filo conduttore per sviluppare riflessioni innovative e sperimentali. Il cibo non è solo un soggetto di studio ma diventa un mezzo per ripensare modelli culturali e sociali, lontano da schemi consolidati.
Erogazione di nuovi corsi e collaborazioni
La seconda missione si concretizza nel rafforzamento dell’offerta formativa con un focus su programmi innovativi e collaborazioni strategiche, come:
- Laurea magistrale in One Health (Cibo, Salute ed Ecologia)
- In collaborazione con l’Università di Maastricht, questa laurea esplora la connessione tra cibo, ecologia e salute, affrontando temi quali: Rigenerazione verde (Green Regeneration), Food Epistemology, Sustainable Food Systems, Governance della salute
- La proposta è in fase di formalizzazione al Ministero dopo il Memorandum of Understanding.
- Laurea triennale con il Politecnico di Torino
- Progettata per formare una nuova figura di tecnico umanista e ingegnere del cibo, unendo competenze tecniche e una visione socio-umanistica.
- Il progetto prevede un modello innovativo di campus diffuso, favorendo un approccio interdisciplinare.
Potenziamento della ricerca e nuove figure professionali
UNISG punta a rafforzare i progetti di ricerca e le collaborazioni con aziende, investendo su nuove aree di studio come nutrizione, neuroscienze applicate al cibo ed economia, oltre a quelle già esistenti a Pollenzo, e sull’ ampliamento del corpo docente, puntando su giovani ricercatori, molti dei quali formati a Pollenzo, per consolidare il dialogo tra tradizione e innovazione.
L’intervento di Perullo si conclude riaffermando la vocazione di UNISG come centro sperimentale, capace di anticipare le professioni del futuro e rispondere alle trasformazioni globali. La sua forza sta nel coniugare l’eccellenza formativa con una visione culturale ampia, ponendosi al servizio del cambiamento e della sostenibilità globale attraverso il cibo.
Tra i relatori della giornata, Patrizia Pizzini, coordinatrice del Finance Group del Kyoto Club, ha esplorato il cruciale tema della finanza nella transizione climatica, evidenziando il rapporto sempre più stretto tra la sostenibilità ambientale e le strategie finanziarie. L’intervento ha offerto una panoramica del ruolo trasformativo che l’approccio ESG (Environmental, Social, Governance) sta avendo nel rimodellare il rapporto tra imprese e settore finanziario, delineando sfide e opportunità in questo ambito.
L’Europa è all’avanguardia nell’incorporare la sostenibilità nelle strategie finanziarie, come dimostrato dall’impegno del sistema bancario e dalle regolamentazioni mirate a promuovere comportamenti ESG virtuosi. Pizzini ha sottolineato come:
- Le politiche europee, tra cui la Strategia sulla Green Transition, utilizzano il settore finanziario come leva per spingere le imprese ad adottare strategie ESG.
- Gli enti di vigilanza, come BCE, EBA, ESMA e Bankitalia, hanno un ruolo cruciale nel definire standard e regole che orientano il settore verso un’etica economica basata su trasparenza, legalità e sostenibilità.
- L’adozione della tassonomia finanziaria europea garantisce una classificazione chiara e uniforme delle attività economiche ecosostenibili, contrastando fenomeni di greenwashing e creando trasparenza per investitori e stakeholder.
I driver di innovazione e valore
Uno dei punti cardine dell’intervento è stato il riconoscimento dell’approccio ESG come motore di innovazione e creazione di valore a lungo termine, sia per le imprese che per la società. Secondo Pizzini:
- Il settore finanziario ha spostato il focus dal rischio all’opportunità, comprendendo che la trasformazione ESG non è solo una necessità, ma un’occasione per innovare e crescere.
- La correlazione tra ESG e buon governo societario incentiva la continuità aziendale e stimola il progresso tecnologico e sociale.
- Le imprese che integrano criteri ESG stanno guadagnando competitività, migliorando l’accesso a capitali e attirando investitori orientati a lungo termine.
La tassonomia europea è stata illustrata come uno strumento essenziale per la transizione climatica. Essa:
- Definisce sei obiettivi ambientali, tra cui la mitigazione dei cambiamenti climatici, l’uso sostenibile delle risorse idriche e la transizione verso un’economia circolare.
- Promuove criteri di trasparenza per il settore finanziario e le imprese, specificando quali attività economiche possono essere classificate come ecosostenibili.
- Costituisce un quadro regolatorio uniforme che facilita gli investimenti sostenibili e garantisce il rispetto delle “garanzie minime di salvaguardia” in linea con le linee guida OCSE e i principi delle Nazioni Unite.
Il ruolo del settore finanziario
Il settore finanziario è emerso come un agente di cambiamento fondamentale nella transizione climatica, grazie al suo potenziale di mobilitare risorse su larga scala per finanziare progetti sostenibili. Pizzini ha evidenziato alcuni punti chiave:
- Strumenti di finanziamento innovativi come green bonds e investimenti ESG-oriented stanno diventando centrali nelle strategie delle istituzioni finanziarie.
- L’adozione di regolamenti come il Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR) e la CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) mira a prevenire il greenwashing, promuovendo trasparenza e affidabilità delle informazioni.
- L’integrazione dei rischi climatici nei processi decisionali di banche e intermediari finanziari rappresenta non solo un obbligo regolatorio, ma anche una necessità per proteggere la stabilità economica.
Pizzini ha infine sottolineato che la green transition è ancora un cantiere aperto, caratterizzato da molte incertezze. Tra le principali sfide:
- L’uniformità negli standard globali, necessaria per evitare frammentazioni nei mercati finanziari.
- La necessità di rafforzare il dialogo tra PMI e banche, favorendo l’accesso delle piccole imprese ai capitali per la transizione sostenibile.
- Il rischio di inazione, considerando che i costi dell’adattamento climatico e della transizione sostenibile aumentano in caso di ritardi.
Tuttavia, le dinamiche in atto indicano la possibilità di un cambio di paradigma: il sistema capitalistico si sta orientando verso un modello più inclusivo e resiliente, in grado di affrontare le sfide globali e creare un valore durevole per le generazioni future.
L’intervento di Patrizia Pizzini ha messo in luce come la finanza sostenibile sia il pilastro della transizione climatica, evidenziando che l’integrazione dei criteri ESG non solo mitiga i rischi climatici, ma guida l’innovazione e lo sviluppo. La trasformazione ESG, dunque, non è un’opzione, ma una strada obbligata verso un futuro più equo e sostenibile.
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Un momento centrale è stato dedicato alla presentazione dell’Executive Master in Circular Economy for Food da parte del Prof. Franco Fassio, delegato alla Terza Missione. Fassio ha illustrato le opportunità offerte dai fondi interprofessionali per la formazione aziendale, un aspetto particolarmente rilevante per le imprese partner. Il nuovo Master presentato è un innovativo percorso formativo progettato per rispondere alle esigenze della transizione sostenibile, in un contesto che integra biosfera, società ed economia. Il corso, erogato da UNISG, rappresenta un esempio concreto di come l’educazione possa diventare un motore per il cambiamento sistemico e per la diffusione delle competenze necessarie a fronteggiare le sfide ambientali, sociali ed economiche dell’Agenda 2030.
Fassio ha sottolineato come il corso adotti un approccio transdisciplinare per analizzare i problemi della sostenibilità attraverso una lente sistemica. I contenuti, allineati alle Green Comp europee, favoriscono l’acquisizione di competenze pratiche e teoriche che preparano i partecipanti a ruoli professionali chiave nella transizione sostenibile.
Alcuni dei temi chiave affrontati nel programma di studio:
- Pensiero sistemico e circolare: strumenti per comprendere e gestire la complessità delle interazioni tra natura, società ed economia.
- Gestione ecosistemica: utilizzo responsabile delle risorse naturali, con particolare attenzione alla biodiversità e al cambiamento climatico.
- Diritto alimentare e giustizia sociale: analisi normativa e il ruolo dell’equità nei sistemi alimentari.
- Tecnologie per la circolarità e l’approccio One Health: innovazioni tecniche per promuovere salute umana e ambientale.
- Governance sostenibile: introduzione a modelli di finanziamento e gestione aziendale che promuovano la sostenibilità.
Formazione professionale e certificazioni
Il corso mira a formare figure altamente specializzate ed è propedeutico al rilascio di certificazioni per ruoli cruciali nella transizione ecologica:
- Sustainability Manager: esperto nella pianificazione e implementazione di strategie di sostenibilità aziendale.
- Practitioner & Innovation Manager: specialista nell’integrazione di innovazioni sostenibili in contesti operativi.
Fassio ha evidenziato come il percorso formativo non si limiti all’erogazione di conoscenze tecniche, ma ambisca a ispirare i partecipanti a diventare attori di cambiamento, capaci di gestire la complessità e di progettare soluzioni integrate per un futuro più sostenibile.
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Il Prof. Andrea Pieroni, delegato alla Ricerca, ha aggiornato i presenti sui progressi accademici dell’UNISG, concentrandosi sui progetti di ricerca per la transizione ecologica nel settore agroalimentare. Il Piano Nazionale di Transizione Ecologica (PTE), in linea con il Green Deal Europeo, delinea un percorso strategico per affrontare le principali sfide ambientali e raggiungere la sostenibilità entro il 2050. Il professor Andrea Pieroni ha evidenziato il ruolo cruciale della ricerca, sottolineando l’impegno dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche (UNISG) nella promozione di modelli innovativi per l’agroecologia, l’economia circolare e la biodiversità.
Il PTE si concentra su otto pilastri fondamentali:
- Decarbonizzazione: eliminazione graduale dei combustibili fossili.
- Mobilità sostenibile: promozione di sistemi di trasporto a basso impatto ambientale.
- Qualità dell’aria e del suolo: mitigazione del dissesto idrogeologico e riduzione dell’inquinamento atmosferico.
- Gestione delle risorse idriche: efficienza e sostenibilità delle infrastrutture idriche.
- Biodiversità: recupero e tutela di habitat naturali.
- Tutela del mare: salvaguardia degli ecosistemi marini.
- Economia circolare: riduzione dei rifiuti e valorizzazione degli scarti produttivi.
- Agricoltura sostenibile: sviluppo di modelli agricoli rispettosi dell’ambiente.
Il Contributo della Ricerca UNISG
L’UNISG ha attivamente partecipato alla transizione ecologica con 30 progetti attivi nel 2024 (13 internazionali, 9 nazionali e 8 regionali).
Tra i progetti conclusi, i risultati principali includono:
- AE4EU: creazione di una rete europea per accelerare la transizione agroecologica.
- GOODFOOD: miglioramento delle competenze in resilienza e sostenibilità alimentare.
- PRIME: innovazioni nella chimica verde per bioprodotti.
- SHEEP-UP: modello integrato di valorizzazione economica dell’allevamento ovino.
- Circular Economy for Food Catering: approccio innovativo alla ristorazione circolare.
- FISH: introduzione di biostimolanti agricoli locali.
I tre macro-obiettivi delineati dal Piano Strategico 2023-2027 per la ricerca sono:
- Promuovere lo studio delle diversità alimentari e delle loro dinamiche storiche e sociali, attraverso progetti identitari come Granai della Memoria e Arca del Gusto.
- Sviluppare modelli innovativi per le imprese, integrando i principi di sostenibilità ed economia circolare.
- Rispondere ai bisogni delle comunità, ridefinendo i paradigmi del sistema alimentare per favorire il benessere collettivo.
Il professor Pieroni ha sottolineato come l’UNISG stia dimostrando che la sinergia tra ricerca, innovazione e sostenibilità può generare un impatto significativo sui sistemi agroalimentari, contribuendo a una transizione ecologica inclusiva e duratura.
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Un altro momento saliente è stato l’intervento del Prof. Silvio Greco, membro del CDA della neonata Fondazione Patto con il Mare per la Terra e delegato alle Relazioni Istituzionali. Greco ha posto al centro del suo intervento una riflessione profonda sulle sfide globali legate alla biodiversità marina e terrestre. Partendo dal nuovo rapporto del Club di Roma, Greco ha evidenziato come la perdita di integrità degli ecosistemi e i limiti superati nei flussi biogeochimici rappresentino una minaccia concreta alla sostenibilità del nostro pianeta.
Greco ha sottolineato che il mondo sta affrontando un declino della biodiversità senza precedenti. Tra i dati più allarmanti:
- Un milione di specie a rischio di estinzione, con implicazioni devastanti per gli ecosistemi.
- 75% del territorio terrestre significativamente alterato, con impatti negativi sul benessere di 3,2 miliardi di persone.
- Solo il 3% degli oceani rimane incontaminato, mentre il 66% è esposto a crescenti impatti cumulativi.
L’intervento ha anche toccato il drammatico declino degli ecosistemi marini, che hanno perso tra il 25% e l’85% della loro copertura (barriere coralline, mangrovie, foreste di alghe). Questo degrado ambientale si traduce in una riduzione dei servizi ecosistemici marini, essenziali per la sopravvivenza umana.
Il ruolo strategico del mare per il futuro dell’umanità
Il mare è stato indicato come una risorsa essenziale per nutrire una popolazione mondiale in crescita, che potrebbe raggiungere i 9,8 miliardi di persone entro il 2050. Attualmente, il cibo proveniente dal mare alimenta circa 1,4 miliardi di persone (17% della popolazione mondiale) e il potenziale di crescita è significativo, fino a un aumento del 74%.
Tra le proposte più innovative:
- Agricoltura marina: coltivazione di macroalghe e allevamento di molluschi (bivalvi), che non solo forniscono biomassa nutritiva ricca di micronutrienti essenziali, ma hanno anche un impatto ambientale ridotto.
- Pesca sostenibile: lo sfruttamento responsabile di risorse come il krill antartico e lo zooplancton, con tecnologie che garantiscono un equilibrio tra domanda alimentare e protezione dell’ecosistema.
Greco ha messo in evidenza le opportunità offerte dalla Blue Economy, in particolare nel settore delle energie rinnovabili e del turismo sostenibile:
- Parchi eolici offshore: una soluzione innovativa per ridurre le emissioni e aumentare la capacità energetica, con investimenti già significativi in Europa.
- Turismo blu: un settore trainante per l’Italia, che genera 19,7 miliardi di euro di valore aggiunto al PIL e impiega oltre 390.000 persone.
L’impegno della Fondazione Patto con il Mare per la Terra
La neonata Fondazione rappresenta un polo d’innovazione volto a sviluppare soluzioni concrete per la sostenibilità ambientale, valorizzando il capitale naturale e promuovendo la protezione degli ecosistemi marini. Greco ha ribadito che la Fondazione lavorerà in sinergia con il mondo accademico e imprenditoriale per integrare il valore della natura nei sistemi economici e finanziari, in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite.
L’intervento di Silvio Greco ha offerto un quadro chiaro e incisivo sull’urgenza di ripensare il rapporto tra uomo e ambiente, puntando su innovazione, sostenibilità e collaborazione interdisciplinare come chiavi per affrontare le sfide del futuro.
Scarica le slide dell’intervento di Silvio Greco >
Gabriele Cena, Responsabile Relazioni Esterne e Partnership UNISG, ha illustrato le principali iniziative istituzionali dell’Ateneo e gli eventi esterni a cui UNISG parteciperà nei prossimi mesi. Tali appuntamenti vedranno la presenza dell’Università insieme al collettivo di aziende del network UNISG, offrendo un’importante occasione di visibilità e rafforzamento delle relazioni con i partner.
Cena ha ricordato l’importanza di una comunicazione puntuale con il network di aziende, partner e stakeholder tramite la newsletter con cadenza mensile e comunicazioni mirate per continuare ad aggiornare regolarmente il network su attività, progetti e opportunità.
Gabriele Cena poi, insieme a Oscar Farinetti, ha presentato il video del progetto “Envelope”, sviluppato dal partner strategico Eurostampa in collaborazione con UNISG. Questo progetto ha visto il coinvolgimento diretto degli studenti dell’Ateneo, chiamati a creare brief creativi per la realizzazione di etichette innovative, combinando estetica, funzionalità e sostenibilità. Il risultato evidenzia la capacità di UNISG di offrire contributi significativi all’industria attraverso la creatività dei suoi studenti e le collaborazioni con aziende leader di settore.
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Confronto tra i Partner e Conclusione
Prima della conclusione della giornata, si è aperto un vivace confronto tra i partecipanti, durante il quale sono state condivise idee, prospettive e iniziative legate alla sostenibilità nel settore alimentare. Barilla ha illustrato un progetto innovativo che coinvolge l’Università di Pollenzo, volto a testare la tenuta del sugo nella loro linea di pasta trafilata al bronzo, evidenziando il valore della collaborazione tra industria e ricerca accademica.
Il dialogo ha poi toccato temi cruciali come l’agricoltura biodinamica e biologica, interrogandosi su come comunicare efficacemente al consumatore il valore aggiunto di un’agricoltura più sostenibile, superando le barriere legate a etichette geografiche o tassonomiche. La discussione si è inoltre focalizzata sulla compensazione delle emissioni: è stato sottolineato come sistemi come i carbon trading scheme, utilizzati in nuovi settori come i trasporti marittimi, possano educare i consumatori a comprendere non solo chi inquina e come, ma anche quali azioni vengono intraprese per compensare l’impatto ambientale.
Si è infine discusso della necessità di formare gli operatori agricoli sulla salvaguardia della biodiversità e sulle rotazioni colturali, con l’obiettivo di sviluppare linee guida e best practice. Andriani, nello specifico, ha condiviso la sua intenzione di collaborare con UNISG per realizzare un percorso formativo sull’agricoltura sostenibile, rafforzando ulteriormente il legame tra innovazione accademica e realtà aziendali.
La giornata si è conclusa con un confronto tra i partner aziendali, che hanno ribadito l’importanza di una transizione ecologica inclusiva, supportata da indicazioni politiche chiare. Dopo i saluti del Presidente UNISG Carlo Petrini, i partecipanti hanno condiviso un pranzo conviviale presso il ristorante Garden – Albergo dell’Agenzia.
Carlo Petrini ha concluso la giornata sottolineando il momento di trasformazione epocale che il sistema universitario sta affrontando, in linea con quanto evidenziato dal rettore Perullo. Ha messo in luce le sfide legate alla diminuzione dell’attrattività del percorso universitario tradizionale per i giovani, aggravata dalla crescente concorrenza delle università telematiche. Questo contesto richiede di ripensare il modello universitario, integrando un’offerta formativa che coniughi il fronte giovanile con la crescente domanda di formazione permanente, come testimoniato dal successo dei nuovi format executive di Pollenzo.
Petrini ha poi ampliato lo sguardo alle sfide globali, evidenziando il ruolo cruciale di un’educazione alimentare radicata nelle scuole per preparare le nuove generazioni alle questioni ambientali e alimentari. Ha osservato che la COP29 ha deluso le aspettative, mostrando la riluttanza dei principali responsabili delle emissioni globali – Cina, Stati Uniti e India – a impegnarsi concretamente. Questo scenario di competizione internazionale e la dipendenza politica dell’Europa amplificano la necessità di costruire alleanze strategiche con il Sud globale per mettere in pratica principi di sostenibilità condivisi.
Infine, Petrini ha invitato Pollenzo a porsi come leader nella transizione ecologica, integrando le scienze gastronomiche con i temi chiave del nostro tempo. Ha sottolineato l’importanza di formare studenti capaci di essere protagonisti attivi di questo cambiamento, consapevoli anche delle nuove sfide e opportunità come quelle dell’intelligenza artificiale. Con quasi il 40% di studenti internazionali, il messaggio di Pollenzo deve rivolgersi non solo all’Italia, ma al mondo, trasformandosi in un modello globale per affrontare le sfide della sostenibilità.
L’UNISG desidera ringraziare i relatori, i partner e tutti i partecipanti per il loro prezioso contributo e impegno nella costruzione di un futuro più sostenibile per il sistema agroalimentare globale.