Un Patto con il Mare per rigenerare la vita sulla Terra. Per garantire cibo buono, sano e naturale per tutti. Per combattere la crisi climatica e il riscaldamento del Pianeta. Per conoscere meglio la nostra risorsa più importante, l’unico capitale naturale in grado di garantire benessere e sostenibilità alla nostra vita presente e futura.

Un Patto contro l’inquinamento delle acque, la cultura dello scarto e dello spreco perché il Mare non può più essere la discarica della Terra.

Un Patto per proteggere la sua biodiversità perché noi siamo parte di un unico sistema.

Perché noi siamo una conseguenza del Mare.

Insieme scriviamo un Patto per un’economia realmente a misura d’uomo, fatta di rispetto, ricerca, energie rinnovabili, tutela, risparmio, recupero, rigenerazione e circolarità delle sue risorse. Un Patto tra università, centri di ricerca e imprese per la ricerca, l’innovazione, la formazione.

Perché il mare prima di tutto dobbiamo imparare a conoscerlo e rispettarlo.

Perché il mare è una risorsa che attraverso la resurrezione e rigenerazione definisce il suo significato etimologico più profondo

Perché il mare è il nostro unico futuro possibile.

Perché di fronte al mare tutte le domande trovano una risposta.

UN PATTO PER CONOSCERE IL NOSTRO CAPITALE NATURALE PIÙ IMPORTANTE
Noi non conosciamo il mare. Lui ci protegge ma noi non lo proteggiamo. Forma il 90% della biosfera e del nostro spazio vitale e copre il 71% della superficie terrestre. Rappresenta un’assicurazione per la vita del nostro Pianeta e uno dei principali fattori di resilienza contro la crisi climatica. Assorbe il 50% delle emissioni di gas serra e di anidride carbonica e sequestra gran parte del calore emesso dall’atmosfera.

È il vero motore del pianeta: la metà dell’ossigeno che respiriamo viene dal mare e viene prodotto dagli organismi marini che lo abitano. Malgrado la sua importanza, rimane un ecosistema poco esplorato e conosciuto. Solo il 5% del fondo oceanico è stato esplorato e solo il 7% degli oceani viene custodito grazie alle riserve e alle aree marine protette. Nessuno se ne occupa in modo sistematico, in pochi lo studiano e non esiste una reale consapevolezza diffusa dell’importanza della sua tutela come patrimonio comune e indivisibile dell’umanità.

UN PATTO PER PROTEGGERE LA BIODIVERSITÀ DEL MARE
Noi siamo una conseguenza del mare. La conoscenza, la protezione e la conservazione della vita e della biodiversità marina sono gli obiettivi principali da perseguire per salvaguardare il benessere umano. Una biodiversità che anno dopo anno stiamo inesorabilmente perdendo e che ancora oggi non conosciamo del tutto. Negli ambienti marini si stima vivano 200 mila specie conosciute mentre almeno un milione sarebbero ancora da scoprire. Bisogna agire subito per proteggere questo fragile ecosistema. Dobbiamo essere consapevoli che gli organismi che vivono nei mari e negli oceani svolgono un ruolo chiave per l’equilibrio della biosfera e nella mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici e possono rallentare gli effetti del surriscaldamento del Pianeta.

UN PATTO PER UN’ECONOMIA DEL MARE “A MISURA D’UOMO”
Il mare è una fonte enorme di ricchezza. Il valore di mercato stimato delle risorse e delle industrie marine e costiere corrisponde a circa il 5% del PIL globale, con più di 3 miliardi di persone che per il loro sostentamento dipendono dalla biodiversità marina e costiera. L’economia del mare è centrale per uno sviluppo della green economy. Nel 2050 oltre la metà delle risorse energetiche rinnovabili e minerarie proverrà dal mare, un mix energetico che comprende l’energia eolica off-shore galleggiante, e l’energia delle onde e delle maree che potrebbero generare e garantire solo nell’UE un quarto dell’elettricità necessaria. Oggi il 50 % degli idrocarburi che muovono il mondo viene dal mare. L’economia del mare, come tutte le altre filiere produttive, ha bisogno di innovazione, ricerca, risparmio e recupero di materie prime, conservazione, tutela e rigenerazione degli habitat marini. Il Patto vuole proporsi come punto di riferimento per la promozione di una cultura economica del mare realmente “a misura d’uomo”.

UN PATTO PER IL CIBO DELLA TERRA
Il mare è la risposta alla domanda globale di cibo. Un miliardo e 200 milioni di persone nel mondo vivono utilizzando esclusivamente le risorse marine. Pesca e acquacoltura danno reddito a 43 milioni di lavoratori in tutto il mondo e contribuiscono per un terzo al fabbisogno proteico della nostra dieta. In prospettiva questa percentuale è destinata a crescere fino al 50%.

Secondo la Fao, nel 2030 il consumo pro capite di pesce salirà a 21,5 kg. Gli effetti della crisi climatica e della distruzione degli habitat marini e costieri stanno determinando grandi migrazioni e in alcuni casi la scomparsa di alcune specie animali e un elevato livello di contaminazione di molti organismi che noi mangiamo, con effetti potenzialmente negativi sulla salute dell’uomo.

Per assicurare il maggior rendimento possibile, sostenibile e diversificato della pesca e la conservazione della biodiversità marina è necessaria una programmazione e una regolazione dell’attività ittica con metodi non distruttivi e in accordo con i tempi biologici di ripristino delle riserve marine naturali.

 UN PATTO PER L’ECONOMIA CIRCOLARE DEL MARE
La rigenerazione del mare è l’unico futuro possibile per l’umanità. Il mare è un grande macrorganismo, un serbatoio di vita, un produttore naturale di ambiente. Ma le risorse del mare non sono infinite. Per questo vanno preservate. Noi consumiamo più di quello che il mare è in grado di offrire. Dobbiamo elaborare una strategia sistemica e circolare che lo preservi e gli consenta di rigenerarsi nel tempo e all’infinito. Il mare trasforma in nutrienti e depura le acque da tutto il materiale che l’uomo scarica negli oceani. Grazie al vento, alle correnti, alle onde e al solare può essere la più grande fonte di energia elettrica autenticamente rinnovabile senza generare impatti sociali, ambientali e visivi negativi. Inoltre la ricerca scientifica sta sperimentando molecole presenti negli organismi marini e negli scarti di lavorazione delle produzioni ittiche che sono in grado di curare molte patologie che vanno dai tumori ad alcune malattie neurodegenerative oltre che produrre nuovi vaccini.

UN PATTO PERCHÉ IL MARE NON PUÒ ESSERE LA DISCARICA DEI NOSTRI RIFIUTI
Tutti i problemi del mare vengono dalla terra. Gli effetti dell’inquinamento e l’impatto dei rifiuti scaricati in mare hanno ripercussioni negative sullo stato di salute di tutto l’ecosistema naturale. L’aumento della temperatura dell’acqua e del suo grado di acidità ha conseguenze gravi per la riduzione dei ghiacciai artici, lo scioglimento del permafrost, l’alterazione dell’ecosistema e la sopravvivenza delle specie che lo abitano. Inoltre, altera gli equilibri climatici planetari, riduce la capacità di assorbimento di CO2 e la deossigenazione dell’acqua, provoca l’aumento del livello del mare e l’intensificarsi della frequenza di fenomeni metereologici estremi.

Il Patto vuole promuovere la conoscenza di tutte quelle buone pratiche che consentono di ridurre l’impatto ambientale delle attività dell’uomo. Spesso, infatti, la salvaguardia del mare e il ripristino degli ecosistemi marini richiedono la corretta applicazione di tecnologie già esistenti, dai depuratori degli scarichi fognari e industriali alla raccolta e riciclo della plastica, dalla purificazione delle acque di zavorra alla eliminazione dello scarico a mare dei rifiuti delle navi. Dobbiamo definire un modello virtuoso di rapporto dell’uomo con il mare. Sappiamo cosa fare e come farlo. E questa è una buona notizia. La cattiva notizia è che non lo stiamo ancora facendo.

UN PATTO PER LA VITA DEL MARE PERCHÉ SIAMO TUTTI PARTE DI UN “UNICO SISTEMA”
Il mare per la terra e la terra per il mare. Verranno chiamate a sottoscrivere il patto le istituzioni attraverso interventi normativi e incentivi; il mondo produttivo che con le sue scelte di sostenibilità di sistema (economica, sociale, ambientale e nutrizionale) può mitigare gli impatti negativi; gli enti di ricerca che dal mare possono trovare molte risposte alle domande di benessere dell’uomo e dell’ambiente; tutti noi che di fronte al mare chiediamo risposte concrete per nostro futuro. Promuovere l’economia sostenibile del mare significa elaborare strategie di sviluppo e tecnologie innovative che si avvalgano delle caratteristiche e delle dinamiche di funzionamento degli organismi presenti in natura, contrastando il disequilibrio ambientale che le attività dell’uomo possono determinare, con conseguenze gravi sull’equilibrio di intere aree geografico-climatiche.

Per le imprese significa mitigare gli impatti delle loro produzioni attraverso azioni concrete e come la riduzione dell’uso della plastica, il risparmio e il riutilizzo responsabile dell’acqua, una percentuale crescente di energie rinnovabili, la diminuzione degli scarti di lavorazione attraverso il riutilizzo delle risorse attraverso l’economia circolare, l’interesse verso progetti di studi e ricerche legate all’innovazione sostenibile del mare. Il Patto descrive un nuovo obbiettivo di sostenibilità del Pianeta.

UN PATTO PER FINANZIARE LA RICERCA
Dobbiamo però imparare a conoscere il mare. Il Patto si propone di essere, con la Stazione Zoologica Anton Dohrn, e tutte le Università e Enti che aderiranno, il punto di riferimento per la conoscenza delle problematiche relative all’ecosistema marino e per proporre azioni concrete volte al miglioramento dello stato di salute degli oceani, a partire dalla promozione di un approccio efficiente al monitoraggio e la gestione ambientale delle acque costiere e portuali. Inoltre, il Patto si propone di essere il punto di riferimento per una strategia di fundraising destinata a raccogliere fondi per l’Ateneo e i suoi partner al fine di finanziare progetti di ricerca come la Carta Vocazionale dei Mari Italiani e la conoscenza e valorizzazione della ZEE (Zona Economica Esclusiva)

UN PATTO PER LA SOSTENIBILITÀ DEL MARE
Il patto intende elaborare strategie condivise per raggiungere gli obiettivi esplicitati dagli 11 descrittori con cui la Commissione Europea definisce i criteri e le norme metodologiche relativi alla valutazione del buono stato ecologico delle acque e i traguardi ambientali per la strategia marina in equilibrio con lo sviluppo sostenibile del pianeta. In particolare: mantenere e proteggere la biodiversità, monitorare la quantità di specie non indigene introdotte dalle attività umane per non alterare gli ecosistemi naturali; mantenere entro limiti biologicamente sicuri le popolazioni di tutti i pesci, molluschi e crostacei sfruttati a fini commerciali; assicurare l’abbondanza a lungo termine delle specie e la conservazione della loro piena capacità riproduttiva; ridurre al minimo l’eutrofizzazione di origine umana; preservare l’integrità del fondo marino; monitorare le condizioni idrografiche; tenere sotto controllo le concentrazioni dei contaminanti; lavorare affinché le proprietà e le quantità di rifiuti marini non provochino danni all’ambiente costiero e marino; fare in modo che l’introduzione di energia non abbia effetti negativi sull’ambiente marino

UN PATTO CON LE IMPRESE PER UNA NUOVA ECONOMIA DEL MARE
Il mare è un produttore naturale di ambiente. Bisogna studiarlo, capirlo. Aggregare competenze, relazioni, progetti e formazione è il ruolo di UNISG. L’università sta lavorando su diversi progetti di ricerca dedicati a parchi eolici marini, galleggianti off-shore, per la produzione di energia pulita a basso impatto sugli ecosistemi marini e per la riduzione dell’impatto sul suolo terrestre; su retine biodegradabili e compostabili per la coltivazione dei mitili nel golfo di Taranto; sulla creazione di un sistema virtuoso per impedire l’ulteriore dispersione di rifiuti solidi in ambiente marino; sulla “depurazione delle acque” finalizzata a evitare lo sversamento in mare di nano-microplastiche e di tutela e gestione dei rifiuti liquidi e mini-nano particelle. La transizione ecologica legata al mare rappresenta anche un’importante opportunità di aggiornamento delle professionalità e richiede lo sviluppo di nuove competenze all’interno delle imprese e delle loro filiere produttive. Grazie al mare le aziende possono rafforzare i fattori competitivi del fare ed essere impresa “per bene”, raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile, migliorare il ranking finanziario dei loro fattori ESG, attuare processi virtuosi di economia circolare per diminuire lo spreco di risorse e favorire l’utilizzo delle materie prime seconde. Unisg si offre come partner strategico ideale per la formazione, progetti di consulenza e valorizzazione, networking tra filiere produttive, progetti di ricerca e sviluppo.

Il Patto genera l’Economia delle Relazioni del mare