Lezioni di api, di miele e di vita
Il mio nome è Andrea, sono un apicoltore. Vivo in Trentino. È un grande piacere per me presentarvi il mio amico Peter, apicoltore bulgaro. Il nostro obiettivo è di cambiare la vostra vita.
Il mio nome è Andrea, sono un apicoltore. Vivo in Trentino. È un grande piacere per me presentarvi il mio amico Peter, apicoltore bulgaro. Il nostro obiettivo è di cambiare la vostra vita.
Premetto: c’era del pregiudizio. L’ennesimo evento di Expo, la centesima mostra sul cibo. Senza lettura alcuna di recensioni e comunicato stampa, varco propedeuticamente la familiare soglia della Triennale di Milano per valicare subito dopo quella ancora sconosciuta dell’ “unico Padiglione di Expo Milano 2015 in città”, la mostra Arts & Foods. Domina l’atrio del Palazzo dell’Arte un’istallazione che alimenta il mio scetticismo offrendomi come primo colpo d’occhio l’immagine del noto marchio con archetti gialli su fondo rosso, non un buon inizio per una mostra sul cibo e i suoi rituali, o forse, una sottile provocazione?
This has been a dream come true to work at a farm to table, beyond organic place with a family that are truly inspiring in every meaning possible. It will be very difficult to leave this place to return to school, but with the contacts I have met so far, hopefully my dream of doing my second internship at dal pescatore could be achievable…
Cari lettori, eccovi gli articoli in uscita questo mese… Persone, testimonianze, interviste, incontri, storie Intervista a Morimi Kobayashi, alumna Master .Sul rispetto in una tazza di matcha, sulla salvaguardia in una botte di legno, sui legami e sulla vita, tra Italia e Giappone – a cura di Gloria Feurra (ITA) Intervista a Andrea Paternoster, apicoltore … …read more
La recente apertura di Expo 2015, dedicata al cibo (“Nutrire il Pianeta, energia per la vita”) sta contribuendo a porre al centro dell’attenzione, da parte di mass-media e opinione pubblica, il cibo (nelle sue molte declinazioni: produzione, distribuzione, consumo… ), con il corredo di potenzialità e problematiche. L’apertura di Expo ha peraltro solo contribuito ad … …read more
I pesci di piccola taglia per difendersi dai predatori fanno fronte comune costituendosi in banchi, ingannano il pesce grosso sommando le loro micro forze. La pesca virtuosa è esattamente questo: un banco di piccoli interpreti che trova concretezza e ragion d’essere solo coalizzando le proprie forze. Perché ciò sia possibile è necessaria una rete comune, quella rete che non cattura, ma unisce è Slow Fish e ad intesserla sono tutte le eterogenee facce che ho appena incontrato.
Sia che siate rimasti qualche secondo ad ascoltare un momento di silenzio nella vostra testa, sia che abbiate pronunciato un sonoro “Vodka!”, la lettura cui vi accingete potrebbe aggiungere qualcosa alla vostra cultura gastronomica ed aiuterebbe un paese ad uscire dall’anonimato o dalla scatola dei paesi est, centro e nord europei bevitori di birra, mangiatori di carne e pesce affumicato, barbabietole e patate cui lo avevate destinato. Il risultato, a fine lettura, potrebbe essere quello di riporre nuovamente la Polonia in quella scatola, ma con qualche aggiunta e qualche correzione, accompagnata dalla voglia di tirarla fuori ancora una volta e osservarla un po’ per conto vostro, magari fra qualche anno.
Una composizione a quattro mani: due di Gloria Feurra, due di Francesco Bigatti.
Maham Rizvi, studentessa UNISG, ha creato questo evento in collaborazione con il gruppo “The Bike Republic” di Torino ispirandosi allo “Slow Roll” di Detroit (un gruppo amatoriale eterogeneo di persone con lo scopo di valorizzare il panorama cittadino in bicicletta). L’idea è di promuovere tradizioni gastronomiche locali, gustandole tra una pedalata e l’altra; un modo diverso, divertente ed ecofriendly che consente di riscoprire bellezze paesaggistiche talvolta sconosciute.
“La fotografia non si può insegnare sui libri, la fotografia si spiega solo con la macchina fotografica in mano. L’etimologia della parola fotografia è una combinazione di fos, luce, e grafè, scrittura: è una scrittura con la luce, una grafia luminosa. Lavoro molto con i ragazzi educandoli a vedere la luce, a capire di che tipo di luce si tratta, perché tutto nasce da lì: che tu debba fotografare un pomodoro o un paesaggio, devi avere la sensibilità di vedere la luce.” professor Alberto Cocchi