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Lo scarto diventa gourmet: cena di gala no waste

Ogni anno nel mondo il 33% dei prodotti alimentari viene sprecato: 1,3 miliardi di tonnellate di cibo, che corrispondono a circa centomila volte il peso della Tour Eiffel. Per quanto riguarda il nostro continente, gli scarti alimentari di tutta l’Europa potrebbero nutrire almeno 200 milioni di persone. Questa cifra assume un valore particolarmente significativo se pensiamo che corrisponde alla somma della popolazione di Etiopia, Namibia, Zambia, Repubblica Centroafricana, Corea del Nord, Ciad e Uganda, i paesi che secondo i dati del World Food Programme raggiungono i livelli più alti di denutrizione. Bisogna limitare in maniera drastica questo spreco, cercando di salvare le tonnellate di cibo che ogni anno vengono perse o gettate senza un valido motivo.

Per dare maggiore visibilità a questo problema spesso ignorato, la Condotta dell’Università di Scienze Gastronomiche, in collaborazione con Barny Haughton, chef e fondatore della scuola di cucina Square Food Foundation di Bristol, ha avuto l’idea di organizzare una cena di Gala no-waste. La serata del 25 settembre, penultimo giorno di Terra Madre Salone del Gusto, il Sermig (Servizio Missionario Giovani) ha ospitato i cento invitati alla cena.

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Il menù è stato studiato con particolare attenzione: piatti gourmet, sofisticati, degni di una cena di gala. Ma cosa ha a che fare il food waste con tale evento mondano? La particolarità della serata consiste proprio nel fatto che tutte le portate servite dallo chef siano state preparate con prodotti di scarto. Sottolineiamo questo termine: di scarto. Non marci, non inutilizzabili, non andati a male e nemmeno da buttare. Semplicemente di scarto. Magari perché troppo maturi, o a causa del loro aspetto poco invitante, e per questo invenduti o destinati a finire in un cassonetto, ma non per questo meno buoni.

La lista della spesa era lunga: servivano almeno 70 bottiglie di vino, 40 kg di carne, 7 kg di formaggi, e 50 kg di frutta e verdura. Ma ricordiamo: questi ingredienti non dovevano essere normali prodotti comprati in macelleria, in enoteca o al mercato. Dovevano essere lo scarto di tutti questi luoghi. Ed è per questo motivo che un gruppo di volontari dell’Università ha invaso i negozi e i mercati di Bra e di Torino per andare a recuperare dai produttori tutta la merce invenduta che sarebbe stata altrimenti buttata. Con parte della frutta e della verdura sono stati confezionati barattoli di marmellata o di chutney, regalati a tutti i commensali a fine serata in ricordo della cena. Gli altri prodotti sono stati usati per preparare le 5 portate del menù più l’aperitivo.


https://youtu.be/PjtHeImdXVk


Tutto il ricavato della serata è stato destinato a tre progetti differenti. In primo luogo, visto il disastro che lo scorso 24 agosto ha colpito alcune zone del centro Italia, è sembrato doveroso devolvere parte dell’incasso alle associazioni che stanno lavorando per ricostruire le città colpite dal terremoto. Un’altra parte del denaro è stata invece donata al Sermig, location dell’evento, in ringraziamento alla loro disponibilità e ospitalità. Il restante ricavato sarà invece destinato a un progetto tra la Condotta e lo chef Haughton, che già programmano collaborazioni future.

Questa cena è la dimostrazione di come uno dei più grandi problemi attuali possa essere attenuato con pochi sforzi e grandi risultati. A prodotti che sarebbero diventati spazzatura è stata data una nuova vita, e il ricavato è stato devoluto in beneficienza. 100 kg di cibo non sono nulla in confronto al miliardo di tonnellate che viene sprecato ogni anno. Il messaggio trasmesso è stato però forte e diretto: quello che noi consideriamo scarto può essere cibo per molti altri.

Alice Valenzano

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