La baìo (badìa) è una festa tradizionale che si svolge ogni cinque anni nel comune di Sampeyre, Valle Varaita, in provincia di Cuneo, nelle prime settimane di febbraio. Si tratta di uno dei più complessi riti di inizio anno delle Alpi italiane, il cui mito delle origini riconduce all’episodio della cacciata dei saraceni, che intorno all’anno 1000 furono autori di scorrerie tra Provenza e basso Piemonte.
Questa edizione 2017 è oggetto di una estesa ricerca di antropologia visiva da parte dell’Università di Scienze Gastronomiche, commissionata dal Comune di Sampeyre e diretta dal rettore prof. Piercarlo Grimaldi, in collaborazione con i ricercatori dei Granai della Memoria e del Laboratorio Cinema UNISG.
Abbiamo chiesto al rettore, che è un antropologo, di raccontarci le peculiarità di questa festa e le linee della ricerca etnografica che sta coordinando.
“Occorre in primo luogo inquadrare questa eccezionale festa unica nel suo genere. Quella di Sampeyre è in realtà costituita dall’insieme di più badìe che prendono il nome dalle frazioni e dal capoluogo. Ogni badìa osserva un protocollo e delle procedure cerimoniali in apparenza simili, ma che hanno invece una propria specificità“.
Prosegue il prof. Grimaldi: “È necessaria anche una breve premessa sul significato di badìa: con questo termine si definisce infatti una sorta di associazione giovanile maschile che regolava e animava le feste e i rituali delle comunità. Si tratta di una tradizione che affonda le radici nel Medioevo europeo e che è sopravvissuta solo in specifiche aree e in forme particolari. Quella di Sampeyre è uno degli esempi certamente più completi, autentici e strutturati che si possano oggi rintracciare“.
Alla baìo di Sampeyre per consuetudine possono prendere parte al corteo solo gli uomini delle varie frazioni, esibendosi con ricchi e colorati costumi cuciti dalle donne della comunità e interpretando anche i ruoli femminili. I figuranti sono numerosi: oltre 400 persone coinvolte.
La lista dei personaggi è lunga ed articolata: ecco l’elenco.
Cavalìe (cavalieri), la cavalleria valligiana, appartenente solo a Sampeyre e Calchesio;
Tambourn majour, (il tamburino) guida le badìe di Calchesio e Villar;
Arlequin, (arlecchini), sono il servizio d’ordine della baìo;
Sarazine, (bambine), che però sono interpretate da bambini maschi.
Segnourine (signorine) interpretate dai ragazzi di età tra i 10 e i 16 anni;
Tambourin (tamburini) chiamano a raccolta il corteo e ne scandiscono il ritmo di marcia;
Sapeur (zappatori) abbattono le barriere di tronchi;
Grec (greci) impersonano i prigionieri greci, liberati dai valligiani;
Escarlinìe, la fanteria dei valligiani;
Espous (sposi), coppie di giovani sposi;
Segnouri (signori), i benestanti del paese;
Sounadour (suonatori), i musicisti del corteo;
Uzuart , le guardie che scortano gli Alum;
Granatìe, scortano i Tezourìe e li giustiziano;
Morou (i neri) e Turc (i turchi);
Viéi e Viéio (il vecchio e la vecchia) i personaggi che chiudono il corteo in modo ridicolo;
Cantinìe (cantiniere).
I ruoli principali sono rappresentati dagli Alum, i capi militari della baìo, eletti ogni cinque anni, e dagli Abà, i comandanti dell’esercito e organizzatori della festa, che rappresentano i capipopolo.
“Domenica 12, domenica 19 e giovedì 23 febbraio una équipe di 8 ricercatori e video operatori ha seguito e seguirà ogni momento dei vari cortei di figuranti: si tratta con buona probabilità della più grande ricerca di antropologia visiva dell’arco alpino – aggiunge Grimaldi – e che vedrà anche impegnati gli studenti del nostro corso di laurea magistrale. Oltre alla completa documentazione visiva, stiamo somministrando questionari a tutti i partecipanti alla festa, per poter consolidare il nostro lavoro etnografico“.
Infatti il team UNISG si propone di rilevare il rito, oltre che dal punto di vista filmico, anche verificando alcune ipotesi di ricerca.
“Uno dei tratti salienti è dato dal fatto che tutti i personaggi sfilano in coppia con il loro doppio – sostiene il rettore – si tratta di una forma di comparatico, un legame caratteristico delle tradizioni dell’Italia meridionale, e meno comune qui al nord. Alla baìo, invece, questo aspetto è evidente e simboleggia vincoli di amicizia e solidarietà maschile che vanno oltre alla consanguineità. In una montagna ostile e dura come quella delle Alpi occidentali, sancire questa solidarietà diventa fondamentale per la vita stessa“.
Ci sono poi aspetti segnici che la ricerca dell’UNISG vuole ulteriormente evidenziare, come ad esempio il simbolismo legato ai nastri di seta colorati che ogni abito e copricapo dei figuranti possiede.
Spiega a questo proposito Grimaldi:
“Il patrimonio dei nastri è il tesoro di ogni famiglia che partecipa alla festa. Le donne di casa preparano ogni cinque anni gli abbinamenti e le disposizioni dei nastri, che sono diversi da frazione a frazione e sono segno di appartenenza, di identità.. Ma non solo: le tinte sgargianti e vivaci richiamano la fine dell’inverno e lo sbocciare della primavera e della stagione produttiva. Ogni volta, i nastri sono protagonisti di un complesso cerimoniale: vengono smontati e riposti e per poi essere rimontati cinque anni dopo, al ritorno del tempo della badìa“.
Ancora un altro elemento specifico della baìo è legato al concetto di dono.
“Come il kula, il circuito di scambio osservato da Malinowski, in qualche modo anche a Sampeyre assistiamo ad un rituale di saluto, visite reciproche, scambio di favori. Al tempo stesso – racconta il rettore – durante le varie tappe del percorso, quando i partecipanti si fermano a segare le barriere di tronchi che bloccano loro la via, vengono allestiti banchetti e momenti di ristoro, che evocano il concetto di dono e controdono, di reciprocità cerimoniale“.
La ricerca dell’UNISG non termina però con il chiudersi della baìo 2017: l’obiettivo è quello di presentarne i dati e i risultati in un convegno internazionale che si terrà presso il nostro ateneo, con la partecipazione di studiosi italiani e stranieri che si confronteranno sui temi emersi da questo corposo lavoro etnografico.
Photo credits © Archivio Granai della Memoria