“Ricette per il dialogo” alle Tavole Accademiche: in cucina sapori della Costa d’Avorio e della Somalia

Un progetto che mette al centro il cibo come strumento di relazione e inclusione sociale


Maoua Aspasie Pongathiè, una giovane signora della Costa d’Avorio, e Liibaan Cabdullahi, un giovane della Somalia, sono gli chef invitati alle Tavole Accademiche giovedì 6 dicembre.

Questa volta il focus della giornata è dedicato al progetto “Le ricette del dialogo. Cibo e storie per l’intercultura e l’integrazione”: si tratta di un’iniziativa promossa da LVIA, Slow Food, Renken, Colibrì, Panafricando, ASBARL, Regione Piemonte e Città di Torino, con il contributo dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) che vuole migliorare il dialogo interculturale, la coesione sociale e lo sviluppo attivo e responsabile sul territorio piemontese, promuovendo presso i giovani la comprensione della società interculturale e diffondendo buone pratiche di dialogo attraverso il “linguaggio del cibo”.

Maoua Aspasie Pongathiè, dalla Costa d’Avorio, paese culturalmente vario e diverso –  vi vivono ben 65 etnie e ognuna di essa vanta un ricco patrimonio gastronomico – propone due assaggi della sua tradizione.

Si inizia con riso basmati con sugo di melanzane e carne e quindi con igname (tubero simile alla patata) con salsa di pomodoro e verdure.

Liibaan Cabdullahi viene dalla Somalia, dove la tradizione culinaria offre sia piatti di pesce che di carne e varia a seconda della regione. Molto diffuse sono preparazioni a base di carne di cammello o di capra, accompagnati da riso, pasta o anjero. L’anjero è la ricetta tipica della Somalia, una sorta di crêpe che si mangia generalmente la mattina.

A Pollenzo Liibaan propone i sanbuus, ossia dei triangoli di pasta finissima ripieni di una sorta di ragù di carne e fritti, e l’anjeero in versione dolce accompagnato da frutta.



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