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Vietato Sprecare – Con la nuova legge si cambia musica

L’Europa oggi spreca tanto cibo quanto ne basterebbe a sfamare 200 milioni di sottonutriti (FAO). Osservando solo i consumi domestici del bel Paese nel 2015, il numero di tonnellate di cibo sprecate ammonta alla considerevole cifra di 2,4 milioni, secondo le stime del Politecnico di Milano. Per citare Altroconsumo, si tratta del grande paradosso della scarsità di cibo nell’era dell’abbondanza, un’abbondanza ingestibile e indubbiamente mal distribuita nel mondo, ma anche una condizione di cui il ricco continente europeo sta prendendo consapevolezza.

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Dopo il provvedimento applicato in Francia, il 3 agosto scorso una nuova norma si è fatta largo anche nella Costituzione italiana, in seguito a una serie di rimbalzi tra Camera e Senato. Dopo l’approvazione definitiva il risultato è stato significativo. La sostenibilità non è più iniziativa di ambientalisti sensibili, ma diventa questione di legalità. In pochi, semplici punti ecco la neonata Legge Antispreco Alimentare, pronta a far fronte al problema della sotto nutrizione.

In primo luogo vi è l’iniziativa, già attuata da tempo, di donare gratuitamente tutte le eccedenze a scopi sociali. La novità non sta solo nel fatto che l’iniziativa si sia convertita in obbligo, ma anche nella modifica dei requisiti che sono necessari affinché gli scarti alimentari possano essere legalmente recuperati. Tra essi, la riutilizzazione di prodotti oltre il termine minimo di conservazione – purché l’imballaggio primario sia integro e le condizioni di conservazione idonee -, il permesso di donare anche prodotti da forno che non richiedono refrigerazione – non rivendibili nei supermercati ma idonei alla distribuzione delle Onlus -, e una nuova etichetta della data di scadenza, che specifichi il termine di utilizzabilità commerciale. Tali modifiche hanno permesso un discreto aumento della quantità di cibo riutilizzato.

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Alle eccedenze alimentari si aggiungono anche quelle di medicinali e abbigliamento e, se la donazione avviene da utenze non domestiche, è possibile ottenere una riduzione della tassa sui rifiuti (Tari) proporzionale alla quantità di beni donata.

Provvedimenti concreti quindi, e non solamente idee efficaci a livello individuale, quali la doggy bag. Questo pratico sistema sarà accolto definitivamente dalla riforma non appena le regioni avranno stipulato accordi con i ristoranti per la dotazione di contenitori riciclabili.

Lungi dal credere che con la nuova tattica Antispreco risolveremo la fame nel mondo in men che non si dica, è opportuno esserne riconoscenti per il tentativo di cambiamento, ma soprattutto per il nuovo approccio di insegnamento. Mentre la precedente normativa francese si basa sulla penalizzazione, in occasione dello spreco alimentare, quella italiana trasmette l’importanza del recupero delle eccedenze incentivando il cittadino a donare. Lo scopo della legge non è quindi quello imporre sanzioni, ma di raddoppiare la donazione degli scarti.

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E per farlo inizierà anche un vero e proprio percorso di promozione e sensibilizzazione. Oltre alla Rai, che si impegnerà a trasmettere un numero di ore di trasmissioni televisive a scopo informativo, si aggiungerà il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, che insieme al Ministero della Salute e dell’AMBIENTE, lancerà campagne nazionali di comunicazione.

Dulcis in fundo, l’istituzione di nuovi fondi. Con 1 milione di euro l’anno per tre anni, il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali si impegnerà a realizzare progetti per la produzione di packaging sostenibili, con materiali riciclati e riutilizzabili.

Dunque, la lotta allo spreco è ufficialmente iniziata.

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