Gaudeaumus igitur iuvenes dum sumus.
(Godiamo dunque, finché siamo giovani.)
Christian Wilhelm Kindleben, nell’inno internazionale degli studenti universitari ci sprona al godimento, a vivere appieno la iucundam iuventutem, perché vita nostra brevis est, brevi finietur (La nostra vita è breve, in breve finirà).
Senz’ombra di dubbio Kindleben, e i clerices vagantes a cui molto probabilmente si è ispirato, sarebbe felice di sapere che la goliardia non manca nella communitas pollentina e sicuramente questo è uno dei motivi principali per cui, come ha detto Laura Wüthrich in qualità di Presidente dell’Associazione degli Studenti, “il tempo vola qui”.
La goliardia, però, non ne è l’unica ragione: la varietà di lingue e di culture che si incontrano qui è, certamente, un fondamentale motivo di arricchimento, ed è un bagaglio che, dice Laura, dobbiamo fin da subito custodire con accortezza.
Gaudeamus, quindi, ma con coraggio e responsabilità: il Rappresentante degli studenti Agostino Petroni ci sprona ad essere propositivi ed esprimere le nostre idee in libertà. Anche Carlin Petrini, parlando dopo di lui, abbraccia questo pensiero e dice che “niente è più fecondo della volontà dei giovani di essere protagonisti”; lo scambio fra le varie componenti dell’Ateneo è, quindi, fondamentale, secondo lui, perché “utilizzando l’arte del ricaccio il gioco è più bello”, ci spiega, usando come metafora il gioco langarolo del pallone elastico.
Il Presidente dell’Università continua il suo discorso parlando ancora dei giovani, indicandoli come uno dei due elementi chiave che ancora mancano all’Expo 2015: dobbiamo essere coinvolti “perché i temi e la visionarietà che un evento del genere può avere sarà a beneficio delle generazioni future” così come non possono essere esclusi contadini, pescatori e artigiani che producono cibo quotidianamente.
Il Ministro dell’Istruzione, dell’Innovazione e della Ricerca, Stefania Giannini, risponde a Petrini sull’Expo dicendo che avrà successo solo se si farà un’analisi critica dei modelli negativi che ci hanno fatto perdere la memoria della nostra tradizione culinaria e, soprattutto, se sarà un vero impegno per il futuro: il vero Expo inizierà solo a novembre 2015, quando finirà e si potrà vedere la sua più autentica eredità.
Un altro tema su cui Petrini e il Ministro si sono confrontati è il riconoscimento della specificità del corso di studi in Scienze Gastronomiche da parte del Ministero. Petrini si è, infatti, impegnato a proporre il progetto per avere una classe di laurea in Scienze Gastronomiche entro l’inizio dell’Expo, perché sarebbe importante sia per l’Italia sia a livello internazionale. Stefania Giannini si è dimostrata abbastanza possibilista su questo, pur sottolineando come il nostro Ateneo si debba liberare dalla “camicia di forza” che ancora lo limita; dal canto suo, inoltre, il governo emanerà prossimamente “un decreto in cui tutte le università godranno di una liberazione sui requisiti minimi per attivare i corsi di laurea”, procedimento che faciliterà molto l’idea di Petrini.
Nell’attesa che questo progetto venga approvato, quindi, godiamo ancora della nostra peculiarità e della giovinezza del nostro Ateneo, di cui abbiamo recentemente festeggiato il Decennale, “con l’umiltà che ci contraddistingue, – ha detto il Rettore – ma anche con pizzico di orgoglio che deriva dall’aver voluto sperimentare un’inedita sfida, muovendoci in territori nuovi, spesso inesplorati”.
Buon anno accademico a tutti, quindi, e
Vivat academia, vivant professores!
Vivat membrum quodlibet,
vivant membra quaelibet,
semper sint in flore.
(Evviva l’accademia, evviva i professori!
Viva qualunque membro,
viva tutti i membri,
siano sempre in pieno vigore.)