Il mese scorso io e i miei compagni ci siamo imbarcati nell’ultimo viaggio didattico della nostra esperienza UNISG; le destinazioni erano tutte molto intriganti e a noi è stata assegnata l’Andalusia.
Le persone che abbiamo incontrato ci hanno fatto entrare nel vero spirito del luogo, parlandoci dei loro tesori gastronomici che spaziano da fantastico sherry di Jerez al foi gras.
Il primo giorno abbiamo avuto la mattinata libera, che molti di noi hanno deciso di passare ammirando la bellezza della Halambra, i cui giardini sono immensi ed offrono una vista meravigliosa sulla città di Granada.
La visita iniziale é stata alla “Cantina dei vini DOP Granada”, dove ci hanno spiegato le caratteristiche particolari di questo vino, le cui viti crescono in clima prevalentemente caldo e secco.Ironicamente ha piovuto durante l’intera durata del viaggio è tutto si poteva dire, eccetto che facesse caldo.
Il giorno successivo è iniziato con la visita all’azienda “Riofrio”, produttrice del primo caviale BIO al mondo. I punti salienti della mattinata sono stati l’ecografia ad uno storione femmina di 18 kg ( che incredibilmente era tranquilla grazie ad un operatore che le faceva i grattini) e la degustazione dei diversi tipi di caviale sul mercato, tutto annaffiato da spumante e vodka.
Dopo un bel pranzo che ci ha permesso di tornare in piedi ci siamo diretti verso “El Serrajon”, angolo di paradiso in cui gli agrumi sono i protagonisti indiscussi, lì ne abbiamo assaggiato innumerevoli tipi di cui la maggioranza era autoctona ed alcuni sono inclusi nell’arca del gusto (purtroppo per noi che non abbiamo potuto esserne gli ‘scopritori’).
Martedì è stato interamente dedicato allo sherry, originario della città in cui ci eravamo spostati:Jerez. Qui abbiamo imparato che sherry era il nome originario della città, che ospitava il punto di smistamento per i prodotti che venivano o andavano nel nuovo mondo. Più tardi abbiamo avuto la possibilità di visitare la “Bodega Fernando de Castilla”, dove abbiamo anche assaggiato i diversi tipi di questo alcolico.
Mercoledì è stato il momento di andare alla “Pateria de Sousa” dove il fois gras è sostenibile e le oche che abbiamo visto correvano felicemente per il prato. In seguito allo scoppio di un temporale di dimensioni colossali siamo entrati nella baita dell’azienda, dove siamo stati accolti da un camino ardente,su cui abbiamo arrostito il più buon fois gras del mondo, e dal proprietario che ci ha poi intrattenuti con la sua chitarra. Tra vino, cibo e musica abbiamo perso la nozione del tempo e siamo usciti quando ormai era pomeriggio inoltrato.
Altro giorno, altra squisitezza: questa volta abbiamo esplorato il mondo della “Finca de Montefrio”, dove dei maiali in salute e liberi di abbuffarsi di ghiande vengono trasformati in paté, salami e prosciutti buonissimi. Per terminare abbiamo visitato il “Centro de Interpretacion y promozione de iberico” che ci ha dato una visione d’insieme del prodotto.
L’ultimo giorno abbiamo fatto un giro per Siviglia, il sole finalmente si è fatto vedere e ha reso più piacevole la scoperta dei dolci dei conventi di clausura, uno dei quali aveva uno sportello girevole che bloccava completamente la visuale di chi cercava di comprare qualcosa (ciò ha reso la comunicazione decisamente complicata). Per finire il viaggio abbiamo visitato un paesino dove producevano liquori e abbiamo passato lì la serata.
Concludo così il mio racconto, se volete sapere di più dei produttori visitate il nostro blog ANDALUNISG.
Anna Dossena
Studentessa Unisg, Laurea Triennale in Scienze Gastronomiche