Lettera da Pollenzo

Un augurio da Pollenzo

Carissimi amici e amiche di Pollenzo,

Un altro anno sta volgendo al termine. Un anno che, a discapito di quello che forse ci aspettavamo, ci ha visti più volte fare i conti con situazioni di profonda incertezza, e a volte anche di destabilizzazione data dal protrarsi della crisi pandemica.

Ciò nonostante sono molto felice di essere riuscito a incontrare personalmente molti e molte di voi. Felice di sapere che Pollenzo ha potuto ritornare ad accogliervi; dimostrando ancora una volta di essere luogo di incontro, di scambio e di confronto. Questo è però stato possibile perché voi, nonostante le difficoltà, avete continuato a dimostrarci la vostra vicinanza, la volontà di crescita reciproca e di farsi carico tutti e tutte insieme delle nuove sfide e opportunità che il sistema alimentare ci pone innanzi. Di questo ve ne sono molto grato.

Rinnovando i miei più sinceri ringraziamenti, desidero far arrivare a tutti e tutte voi anche i miei più sinceri auguri per un sereno Natale; trascorso in compagnia delle persone che amate, e di un buon inizio di anno nuovo.

Nel farlo vorrei condividere con voi uno spunto di riflessione preso da uno dei miei film preferiti: Il pranzo di Babette. Un film del 1987 che segue quasi alla lettera il magnifico racconto di Karen Blixen da cui è tratto. Se non lo conoscete prendetelo come un suggerimento di visione o lettura da affrontare durante la pausa natalizia: non ve ne pentirete.

Gli ingredienti, a primo avviso poco avvincenti, che danno vita alla storia sono: un paesino sul Mare del Nord, una piccola comunità puritana molto rigida, due anziane sorelle che hanno fatto della rinuncia la loro ragione di vita e Babette; una cuoca francese e comunarda. Sarà proprio Babette fuggita dalle repressioni e straniera in quel contesto di continua autoflagellazione, a riportare la gioia della vita all’interno della comunità; così soffocata e soffocante nei confronti di ogni piacere. Dopo aver vinto un ricco premio alla lotteria, Babette decide di condividerlo interamente cucinando un pranzo sublime per l’intera comunità. Attraverso questo gesto riesce a far sentire e vedere a tutti la bellezza umana, e la genuinità e innocenza di un piacere – quello per il cibo – per troppo tempo taciuto.

Il pranzo di Babette è un capolavoro della cinematografia legata al cibo che permette di riconnetterci con il profondo valore etico ed estetico della gastronomia; che è momento di realizzazione individuale, dono gratuito e condivisione sociale.

Auguro che facciate tesoro di questi sentimenti; che possiate ritrovarli e celebrarli nei giorni di festa e nei momenti conviviali dei pasti in famiglia e con gli amici. Lo stare bene non può infatti prescindere dalla condivisione, e dal saper rendere grazie. E in tutto ciò il cibo, oltre che fonte di gioia reciproca, può diventare importante strumento di consapevolezza per questa verità umana universale di cui abbiamo tutti un gran bisogno.

Con l’auspicio di rincontrarvi presto nell’anno che verrà.

Buon Natale e Buon anno con tanta stima ed affetto,

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