A partire dal 2015, e su iniziativa dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, è stato sviluppato un progetto di ricerca innovativo: il Food Industry Monitor. Si tratta di un Osservatorio che si focalizza sull’analisi delle performance delle aziende italiane del settore agroalimentare, promosso grazie al supporto del gruppo Ceresio Investors e al coinvolgimento dei docenti UniSG Carmine Garzia e Michele Antonio Fino.
L’Osservatorio è giunto oggi alla sua quinta edizione dedicata al rapporto delle aziende italiane sia con la tradizione che con l’innovazione: i suoi risultati sono stati presentati lo scorso mercoledì 19 giugno presso la Sala Rossa dell’Albergo dell’Agenzia di Pollenzo, alla presenza di coloro che si sono spesi e hanno contribuito al prosieguo del progetto di Ricerca.
Attraverso l’analisi di 15 comparti del settore agroalimentare italiano lo studio affronta le performance dei singoli comparti e dell’intero settore food in relazione all’evoluzione dei principali settori dell’economia italiana nel periodo 2009-2018. Lo studio si articola attraverso 4 profili principali: crescita, redditività, produttività e struttura finanziaria. La particolarità di questa quinta edizione risiede nel fatto che, per la prima volta, sono state utilizzate metodologie di ricerca qualitativa.
Selezionato un campione di aziende rappresentativo dei diversi comparti, è stato generato un questionario attraverso l’utilizzo del software Qualtrics. Tramite domande inerenti la tradizione, l’innovazione, l’integrazione verticale, il rapporto con i fornitori e la strategia di comunicazione è stato possibile comprendere come le aziende articolino le proprie scelte strategiche. Al fine di garantire la qualità statistica dei dati ed indagare le correlazioni esistenti tra i dati qualitativi e quantitativi è stato fondamentale il supporto degli specialisti dell’analisi statistica Target Research.
Dai questionari risulta che quasi il 70% delle aziende italiane dice di essere molto orientato alla tradizione. Sebbene si tratti di produzioni industriali di alimenti, molte imprese dichiarano di adottare processi produttivi definiti da loro artigianali, in quanto svolti con un livello di automazione contenuto. Per la quasi totalità del campione (93%) la selezione delle materie prime è un punto fondamentale della produzione e, a seconda della percezione aziendale del concetto di qualità, si cerca di selezionare le materie prime migliori; il 68% delle aziende del campione si avvale di fornitori che sono artigiani o contadini e sostiene di realizzare varie collaborazioni per sviluppare nuovi prodotti e processi.
Per la comunicazione dei propri prodotti sul mercato, oltre il 70% delle imprese italiane fa leva sul legame con la tradizione italiana. Più del 50% delle aziende si avvale di Denominazioni d’Origine o Presìdi Slow Food per la promozione dei propri prodotti sul mercato. Circa il 45% delle imprese si affida a tematiche che richiamano l’artigianalità, argomento complesso che quasi sempre sottintende l’idea dell’hand-made, questione comunque spinosa trattandosi di aziende dell’industria alimentare. Per il 62% del campione, la strategia di comunicazione utilizza denominazioni che richiamano il benessere potenzialmente comportato dal prodotto alimentare promosso.
Rivolgendo l’attenzione alle strategie di distribuzione delle aziende del campione analizzato si rileva che solo il 30% delle aziende possiede un proprio canale di vendita on-line. Dall’analisi della correlazione tra variabili qualitative e quantitative è emerso che le aziende con un forte orientamento all’artigianalità nei prodotti e nei processi produttivi hanno registrato una crescita superiore rispetto alle aziende operanti in modo diverso. La crescita della redditività delle vendite (ROS) è influenzata dal legame con il territorio, infatti, le aziende che sono state interessate dal miglioramento della redditività sono quelle con strutture produttive legate ad uno specifico territorio e che hanno legami con fornitori locali. La crescita del ROS risente positivamente dell’orientamento all’innovazione, che si concretizza con il continuo affinamento dei processi produttivi.
Tale approccio alla Ricerca ha portato l’Osservatorio ad essere caratterizzato da una duplice utilità: i risultati ottenuti, che confluiscono in una piattaforma on-line e nelle pubblicazioni targate EGEA, da un lato costituiscono il prospetto attuale della situazione economico-finanziaria del settore agroalimentare italiano e sono pubblicamente consultabili; dall’altro rappresentano uno strumento per comprendere l’evoluzione del settore, anche in relazione a temi di natura socio-economica, ed indagare quali siano i fattori non economici che possono essere considerati driver dell’economia agroalimentare italiana.
È possibile scaricare i risultati della ricerca con tutti i grafici dal sito > foodindustrymonitor.com