Attualità

L’Alveare che dice Sì!: filiera corta chiama, gastronomi rispondono

Ci sono persone che fanno la spesa online, selezionando ciò che preferiscono da una rete di produttori vicini a loro. Ci sono anche contadini, allevatori, che lavorano in modo etico e vendono i prodotti decidendo i prezzi. Si tratta di comunità di consumatori e produttori di una stessa città e mossi da uguali valori di sostenibilità ambientale, economica, sociale. Non è un romanzo di fantascienza, non è una favola e nemmeno un sogno. Forse è proprio un sogno che si avvera quello de L’Alveare che dice: Sì!, il progetto sviluppato dall’omonima start up di Torino, su un modello francese anzi europeo.

È il 2011 quando La Ruche qui dit Oui! propone un modo rivoluzionario di fare la spesa basato sull’utilizzo di una piattaforma online ed è subito seguita da iniziative analoghe in paesi europei contando più di 700 Alveari nella rete Food Assembly. Tre anni dopo gli Alveari arrivano in Italia, facilitando i rapporti tra consumatori e produttori a livello locale: la spesa si fa su internet e gli acquisti presso mercati temporanei organizzati dai Gestori.

produttore Alveare

 

A proposito: chi gestisce gli Alveari? Come si aprono? Chiunque può aprirne uno: un’associazione, un’azienda, un privato, uno studente… magari proprio uno studente di gastronomia. Ciò che serve per partire è passione: amore per il buon cibo, per il proprio territorio, per la filiera corta. Il Gestore così si iscrive al sito, crea una rete di produttori nel raggio di 250 km, recluta i Membri interessati ad entrare a far parte della comunità e cerca una location adatta per la distribuzione.  Quando l’Alveare è creato, ogni settimana il Gestore pubblica sul sito la selezione di prodotti e i membri dell’Alveare possono acquistarli nel momento e nelle quantità che preferiscono per poi ritirarli nel giorno e all’ ora prefissati.TL210_LRQDO_comptoirgnal_070614_9591.jpg

La rivoluzione si realizza qui: l’obiettivo non è solo permettere una spesa “giusta”, ma la creazione di legami e nuove relazioni. È una rete che non si vede e non si tocca, ma in questo modo i rapporti sono reali e si può conoscere di persona chi produce il cibo sulle nostre tavole: dalle verdure ai latticini, dalla carne al vino. La sostenibilità non è solo sociale, ma anche economica, se si pensa che a fissare i prezzi sono i produttori e anche per i Gestori c’è un piccolo guadagno: l’8,35% servirà ai responsabili per organizzare le vendite e gestire le comunità. L’idea di base è innovativa: si ispira alla società delle api, ma usa la tecnologia e un portale tutto europeo. L’Alveare che dice: Sì! chiama, sta a noi gastronomi rispondere «si».


 

Scopri di più: www.alvearechedicesi.it

Lascia un commento