Un progetto pragmaticamente sostenibile: dalla vigna al consum-attore finale

L’idea è quella di realizzare un vino che, dichiaratamente, non sia solo “buono da bere”, ma soprattutto, “ buono da pensare”. Non si tratta, infatti, di cimentarsi nella realizzazione di un vino “da concorso”, o, ancor più limitativo, di un vino “da punteggio”, attrattivo nei confronti della critica (sia dei “vini naturali”, sia dei vini “solo” buoni ed eleganti) e delle Guide.
L’ambizione è molto più forte, complessa e strategica, paragonabile a quello che determinò per il sistema enologico valtellinese e nazionale, l’avvento di un “modello vino” come lo Sforzato 5 Stelle dell’azienda Nino Negri negli anni Ottanta.
Oggi, la scommessa è quella di pensare a un Progetto in grado di pre-figurare il vino valtellinese (e non solo) dei prossimi 10/15 anni, fatto non solo di qualità sensoriale-organolettica, ma soprattutto del Valore aggiunto della Progettualità a “tutto campo”: dall’aspetto agronomico, all’aspetto ambientale, economico, culturale, sociale, multidisciplinare, sino all’impatto sostenibile sull’intera filiera produttiva.
Partecipano all’incontro:
Casimiro Maule : enologo di fama nazionale e direttore della Cantina Nino Negri di Chiuro in Valtellina; Giacomo Mojoli: tra i fondatori di Slow Food, giornalista e docente universitario, si occupa d’innovazione strategica e di progetti per l’attuazione di modelli sostenibili; Davide Mascalzoni: direttore generale del Gruppo Italiano Vini (GIV).
LINGUA: ITALIANO