Un anno di Liberamensa al carcere Lorusso Cotugno di Torino

L’UNISG ha collaborato alla formazione dei detenuti-chef che ora gestiscono il ristorante all’interno della casa circondariale torinese

Sabato 21 ottobre scorso Liberamensa, il ristorante all’interno del carcere torinese “Lorusso e Cutugno”,  ha compiuto un anno.

Una cena preparata dai detenuti ha sancito questo traguardo e anche il compimento di un ciclo di collaborazione tra l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo con la cooperativa Liberamensa.

Questo progetto di ricerca applicata, coordinato da Franco Fassio, docente di Design Sistemico, con Carol Povigna, referente del Laboratorio della Scuola di Cucina di Pollenzo, ha previsto la formazione e lo sviluppo di competenze, non solo dei detenuti, ma anche dei lavoratori esterni, soci della cooperativa, che svolgono il ruolo di formatori sul campo. Si tratta dunque di un percorso di reinserimento che mira a fornire degli strumenti nuovi, ovviamente legati al mondo del cibo, sia dal punto di vista della comunicazione di una “qualità di sistema” e della narrazione dei prodotti offerti, sia per quel che riguarda la formazione tecnico-pratica sulle materie prime e la loro lavorazione. Si può quindi definire un progetto di Innovazione Sociale.

Soddisfazione è stata espressa da Piero Parente, presidente di Liberamensa: “Ad un anno di distanza dall’apertura del ristorante possiamo dire che l’idea di aprire le porte del carcere alla città, per parlare di reclusione e pena in una logica di inclusione e recupero, è stata premiata. Oltre 2.100 sono stati i coperti preparati da ottobre dello scorso anno sino a giugno, nelle sole serate di venerdì e sabato: estremamente eterogenea la composizione della clientela, che ha scelto di trascorrere una serata in questo locale insolito, dando la possibilità di avvicinare il carcere alla città.

Grazie al ristorante, la cooperativa Liberamensa, che gestisce anche servizi di catering e il panificio Farina nel Sacco, è riuscita a stabilizzare e dare occupazione complessivamente a 25 persone, di cui ben 17 sono detenuti.

Il primo anno di apertura è stato anche l’occasione per presentare la collaborazione con l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, incentrata sullo sviluppo di progettualità sul cibo, intendendo quest’ultimo come uno strumento con una funzione riabilitativa, di integrazione sociale e culturale“.

Gli ha fatto eco Franco Fassio, docente di Design Sistemico dell’Università di Scienze Gastronomiche: “L’Università di Pollenzo e Liberamensa hanno lavorato insieme sul sistema cibo e ristorazione intesi come mezzi portatori di valori quali convivialità e appartenenza, con una particolare attenzione all’ innovazione sociale. Questa sera siamo qui proprio per condividere i primi frutti di questa collaborazione“.