Lo scorso 21 dicembre 2011 l’Ansa titolava “Lavoro sicuro con laurea in Scienze Gastronomiche di Pollenzo“, il 22 dicembre l’edizione torinese di Repubblica, “Pollenzo, una laurea che vale una carriera“; ad inizio 2012 il quotidiano piemontese La Stampa del 9 gennaio, “Pollenzo, la carica dei mille“, mentre l’8 febbraio il Sole 24 Ore Nord Ovest analizzava le nuove professioni svolte dagli studenti pollentini con un servizio dal titolo “Il gusto che fa bene all’economia – l’Università di Scienze gastronomiche di Pollenzo si scopre fucina di start-up“.
In questo particolare momento storico, i piccoli, ma sicuri numeri dell’ateneo pollentino parlano chiaro: i nostri studenti, dopo la laurea, hanno una professionalità che incontra le richieste del mercato del lavoro o, meglio ancora, sono propulsori di nuove attività, di progetti creativi e di imprese che vanno a colmare nuove esigenze.
Tra le success stories imprenditoriali citate da Il Sole 24 Ore, quelle di “Cucina-To“, un laboratorio che a Torino prepara e consegna in modo ecologico (corrieri in bicicletta) lunch box di qualità, la “Expertfood“, che tra Bra e la Francia commercializza semilavorati alimentari di eccellenza, il “Forno di madama Caterina” che ad Alessandria produce pane e affini con farine biologiche e per celiaci, oltre a quelle di studenti che hanno trovato una collocazione in aziende rinomate quali Domori, Lavazza, Eataly, Michele Chiarlo.