OGGI, lunedì 23 settembre alle 15,30 presso il Teatro Politeama di Bra l’Università di Scienze Gastronomiche conferisce la laurea Honoris Causa a Ermanno Olmi, regista e sceneggiatore.
Olmi verrà insignito di questo importante riconoscimento per il suo lavoro e impegno pluriennale attento al mondo contadino, improntato al rispetto della natura e delle piccole cose; per aver saputo coniugare magistralmente la lettura del tempo della tradizione con quello della modernità: per aver saputo narrare con grande sensibilità il mondo del sacro e del profano; per la sua opera tutta, caratterizzata da una particolare sensibilità per le stesse tematiche che sono al centro dell’attività del nostro ateneo.
Ecco in sintesi la sua ricca e intensa biografia.
Ermanno Olmi è nato a Bergamo nel 1931 da una famiglia di origine contadina e operaia e si è poi trasferito a Treviglio. Giovanissimo, alla morte del padre, segue la madre a Milano, dove frequenta l’Accademia d’Arte Drammatica e viene assunto dalla Edison Volta.
Dal 1953 al 1961 realizza per Edison una serie di documentari, in cui pone attenzione alla condizione umana e aziendale.
Nel 1959 esordisce con il suo primo lungometraggio, Il tempo si è fermato.
Nel 1961 vince il premio OCIC e il premio della critica alla Mostra di Venezia con Il posto.
Nel 1965 realizza un ritratto di papa Giovanni XXIII con E venne un uomo e si dedica contemporaneamente all’attività per la televisione.
Nel 1978, conquista la Palma d’Oro al Festival di Cannes con L’albero degli zoccoli. Il film, girato con attori non professionisti, ottiene una risonanza mondiale e porta sullo schermo la vita dura dei contadini di inizio Novecento.
Olmi si trasferisce quindi sull’altopiano di Asiago e nel 1982 fonda a Bassano del Grappa la scuola Ipotesi Cinema.
Dopo aver realizzato alcuni spot pubblicitari, torna alla regia con Lunga vita alla signora, Leone d’Argento a Venezia nel 1987. Nel 1988 dirige La leggenda del santo bevitore e conquista a Venezia il Leone d’Oro per quest’opera tratta da un racconto di Joseph Roth.
Sul finire degli anni 80, Olmi debutta anche nella regia teatrale con Piccola Città di Thornton Wilder e nel 1993 dirige Il segreto del bosco vecchio.
Nel 1994 torna alla tv, avviando il progetto di trasposizione televisiva della Bibbia con il primo capitolo Genesi – La creazione e il diluvio.
Nel 2001 presenta con successo al Festival di Cannes Il Mestiere delle armi, che racconta l’ultima settimana di vita di Giovanni dalle Bande Nere. Il film ottiene 9 David di Donatello.
Due anni dopo, Ermanno Olmi ritorna con Cantando dietro i paraventi (5 candidature ai David di Donatello e il Globo d’oro della stampa straniera).
Del 2005 firma Tickets, film composto da 3 episodi diretti da Kiarostami e Loach. Nel 2007 esce Centochiodi, sorta di summa della sua poetica e lavoro con il quale asserisce di aver concluso la sua opera cinematografica, per dedicarsi solo a quella documentaristica.
Nel 2008 la Mostra del cinema di Venezia gli consegna il Leone d’oro alla carriera.
Nel 2009 esce Terra Madre, documentario dedicato all’omonimo meeting e ai protagonisti delle comunità del cibo organizzato da Slow Food a Torino.
Sempre nello stesso anno Olmi realizza Rupi del vino, sul mondo della viticoltura eroica valtellinese. Infine nel 2011 esce Il villaggio di cartone, quasi un apologo sul tema dell’accoglienza, sul rapporto tra noi e i molti che arrivano a chiedere aiuto.
Una carriera ricca, densa e laboriosa, quella di Olmi, che lo pone tra i grandi maestri del cinema internazionale.