Picture by Yehonatan Nimrod
Alex Atala, lo chef brasiliano ospite alle Tavole Accademiche dell’UNISG, ha parlato ieri agli studenti della sua esperienza di cuoco, della sua carriera e della filosofia del cibo che ha caratterizzato il suo percorso.
Il D.O.M., ristorante che Atala ha aperto oltre una decina di anni fa a San Paolo, ha una missione: riscoprire gli ingredienti dell’Amazzonia, una delle aree più ricche di biodiversità del Brasile, se non del pianeta, cercando di valorizzarne i prodotti e ripresentarli, in chiave innovativa, nella sua cucina.
Infatti, secondo Atala, il cuoco contemporaneo urbano ha ormai perso il contatto diretto con gli ingredienti, con la loro fonte. E inoltre, secondo lui, per utilizzare i prodotti al meglio, saperli valorizzare nel loro toto, significa anche combattere gli sprechi alimentari.
Questo Atala lo ha imparato vivendo a contatto diretto con i nativi: “Il sistema di vita degli indigeni, in completa integrazione con i cicli della natura, mi ha reso consapevole di quanto fossi io il selvaggio, tra le due parti”, ha spiegato. “È così che loro hanno aiutato me ed io ho aiutato loro a recuperare l’orgoglio rendendoli consapevoli del potenziale che avevano nelle loro mani. Hanno iniziato a vedere qualcosa che poco prima per loro era invisibile”, ha aggiunto.
“Dobbiamo essere consci della qualità del cibo che mangiamo, di come viene prodotto e di che cosa esso implichi a livello ecologico. Abbiamo un potere nelle nostre mani, ed è un potere fortissimo” ha proseguito lo chef paulista.
E il potere è dato anche dalla fama. Proprio per questo, Atala ha voluto trasmettere un messaggio importantissimo per le generazioni future: “La creatività non è fare quello che nessuno ha fatto, ma fare quello che tutti fanno in modo innovativo. Bisogna ricongiungersi con il passato, guardare indietro per andare avanti”.
Le parole di Carlo Petrini, inoltre, hanno sottolineato l’importanza del ruolo di Alex Atala, non solo all’interno della gastronomia brasiliana, ma anche per quella latino-americana. “Atala è un personaggio trascinatore, dotato di una grande sensibilità. Una sensibilità verso le persone umili, i contadini, gli indigeni, le comunità produttive. Spero che anche la vecchia Europa abbia la saggezza di seguire questa stessa strada, una strada giusta, vicina allo spirito di Terra Madre.”